Carlo entra a far parte della nostra famiglia nell’estate del 2015 grazie a un tirocinio con la provincia di Pisa e da quel giorno non ci ha più lasciati.
La vita di Carlo è una vita un po' frastagliata, ha 36 anni ma un passato fatto di sofferenze e tante difficoltà.
Con un medio lieve ritardo mentale, Carlo all’età di 20 anni o poco più subisce un grave incidente stradale con il motorino e dopo alcuni mesi di ospedale ne esce con una vistosa cicatrice alla gamba ma con una vita ancora da vivere.
Purtroppo poco dopo perde suo padre e poco dopo anche sua madre e tutto il carico cade sul fratello e sulla zia. Le diatribe con il fratello e il lavoro portano il fratello ad andarsene e trasferirsi in un’altra regione e così Carlo rimane con una casa, di sua proprietà acquistata grazie ai soldi dell’incidente subito, e sua zia che ancora oggi se ne occupa in modo esemplare.
Riesce a diplomarsi anche se con l’attestato di frequenza e vaga in piccoli lavoretti in cooperative sociali ma mai in un vero e proprio lavoro.
Per una coincidenza bizzarra conosciamo Carlo e gli proponiamo se avesse piacere di fare un’esperienza di inserimento lavorativo presso il nostro sportello.
Ed eccoci nell’estate calda del 2015.
Il primo giorno di Carlo è un giorno memorabile.
Carlo finalmente si sente accolto da altre persone, qualcuno si accorge di lui, qualcuno gli chiede di fare qualcosa e per quello è retribuito. Si chiama autodeterminazione. Ma non è solo per quello che è un giorno memorabile lo è soprattutto per come avviene la conoscenza tra lui ed Enzo Marcheschi, il responsabile, nonché figura di spessore della zona pisana, per le battaglie a favore delle persone con disabilità, essendo lui stesso il primo portatore d’interesse in quanto distrofico e seduto in carrozzina fin da giovane.
Avviene tutto nel presentarsi quando Carlo allunga la mano verso la mano di Enzo; ma per ragioni fisiologiche, dovute alla distrofia muscolare, Enzo non può ricambiare il saluto e come spesso fa esclama “non ci arrivo” e subito dopo” abbassati”. Entra in scena la fantasia e soprattutto l’effimera ingenuità di Carlo che sentendosi dire “abbassati” non fa altro che abbassarsi su stesso quasi ad inginocchiarsi davanti a Enzo, come il fedele fa davanti al parroco.
Carlo è stato benedetto. Da oggi può far parte della UILDM di Pisa.
Lasciando da parte la vena ironica e la simpatica scena avvenuta il primo giorno, il percorso di Carlo è un percorso iniziato con tante difficoltà dovute a una mancanza di base scolastica. Infatti Carlo non sa né leggere né scrivere molto bene, questo ci impegna ad iniziare un lavoro di dettati e di letture alternati all’uso del computer con una attività di inserimento dati.
Alla fine del suo anno di tirocinio Carlo non ha una buona padronanza del computer e nemmeno un buon italiano. Ma in quell’anno abbiamo capito che in Carlo c’è una forte motivazione nell’aiutare le persone che hanno maggiori difficoltà rispetto a lui ed inizia piano piano ad assumere comportamenti di supporto verso altre persone con evidenti patologie invalidanti.
Nonostante abbia finito il suo percorso di tirocinio, Carlo continua a venire ogni giorno senza percepire alcun compenso. Della UILDM ne ha fatto una famiglia, forse una famiglia che non ha mai avuto davvero, nei ragazzi del servizio civile ha trovato degli amici, nelle persone che hanno creduto in lui dei nuovi genitori, nell’aiuto agli altri ragazzi con disabilità una missione da perseguire e nell’ufficio una casa da condividere.
Ad oggi Carlo è il primo a venire e l'ultimo ad andare via e noi non possiamo che ringraziarlo condividendo la sua storia con tutti voi e dirle con affetto che gli vogliamo tanto bene.